Altamente specializzate, appassionate, precariamente in bilico tra il diritto di vedere riconosciuti i nostri meriti professionali e il desiderio di costruire una famiglia.. noi (r)esistiamo.
Archeologhe che (r)esistono a Siena: l’intervento in piazza
Ho visto e seguito con attenzione il filmato. Penso che non sia lo Stato che non vi riconosce ma sono le stesse società di archeologia. Lo Stato ci ha provato a riconoscere la professione con l’albo sull’archeologia preventiva. Era riservato solo a singole persone in modo da valutarne curricula di studio e professionali, come per le altre categorie (veterinari, medici, geologi, avvocati, ecc), così da fare “selezione” e “chiarezza”. Poi sono “intervenute” le società di archeologia (coop e società di capitali) così…pufff…, magicamente sono entrate anche loro e lo sfruttamento fra colleghi, fra figli e figliastri, può continuare.
Una prosposta costruttiva alle archeologhe che resistono. Perchè non costituite una società di lavoro solo femminile in modo da proporvi in forma associata e autotutelarvi? Sicuarmente avreste anche vantaggi fiscali legati all’imprenditoria femminile.
Eppure, ancora oggi e più di ieri, bisogna sempre resistere e lavorare attorno alla costruzione della solidarietà femminile, unica grande arma vincente per vedere affermare i nostri diritti, le nostre tante risorse, molto spesso umiliate, schiacciate, offese
da una società ancora arrogantemente maschilista!
Mi piace tanto, tanto, tanto!
Belle e brave!
grazie a tutte le donne presenti …grandi davvero!!!
Ho visto e seguito con attenzione il filmato. Penso che non sia lo Stato che non vi riconosce ma sono le stesse società di archeologia. Lo Stato ci ha provato a riconoscere la professione con l’albo sull’archeologia preventiva. Era riservato solo a singole persone in modo da valutarne curricula di studio e professionali, come per le altre categorie (veterinari, medici, geologi, avvocati, ecc), così da fare “selezione” e “chiarezza”. Poi sono “intervenute” le società di archeologia (coop e società di capitali) così…pufff…, magicamente sono entrate anche loro e lo sfruttamento fra colleghi, fra figli e figliastri, può continuare.
Una prosposta costruttiva alle archeologhe che resistono. Perchè non costituite una società di lavoro solo femminile in modo da proporvi in forma associata e autotutelarvi? Sicuarmente avreste anche vantaggi fiscali legati all’imprenditoria femminile.
Eppure, ancora oggi e più di ieri, bisogna sempre resistere e lavorare attorno alla costruzione della solidarietà femminile, unica grande arma vincente per vedere affermare i nostri diritti, le nostre tante risorse, molto spesso umiliate, schiacciate, offese
da una società ancora arrogantemente maschilista!
Brave 🙂