Ci vuole coraggio a metterci la faccia.
A raccontare la propria storia dichiarando nome e cognome, senza paura di dare adito a patetismi. A denunciare con forza, invece di lamentarsi di nascosto.
Giovanna Vigna ha raccontato la sua verità con pacatezza, come di consueto, per un’inchiesta di Repubblica, Scaricati dall’articolo 8: Claudia Pratelli ha spiegato cosa potrebbe cambiare nel mercato del lavoro e come potrebbero ridursi ulteriormente le tutele dei lavoratori con l’applicazione dell’articolo 8 della manovra-bis; Flavio Bini ha raccolto le storie di sei lavoratori precari.
“Stando ore inginocchiata per terra mi sono rotta il menisco e mi sono dovuta pagare per intero le cure mediche. Mi sono trovata da sola“.
L’unica strada? Aprire una nuova attività e ricominciare da capo.
Trovate la video intervista di Giovanna qui.
E noi siamo orgogliose di essere sue amiche.
Grazie Giovanna, cominciamo a spiegare la realtà partendo dalle nostre esperienze personali.
Sì, concordo con Paola…
E complimenti a Giovanna!
Giovanna ha descritto la realtà del lavoro precario raccontando la sua storia personale. Ci sentiamo molto vicini a Giovanna e le auguriamo di poter vivere dignitosamente con la coraggiosa scelta che, immaginiamo con grandi sacrifici, ha fatto.
Rimane il racconto della sua storia professionale e l’isolamento che ha vissuto come lavoratrice, l’incertezza, il ricatto del padrone, l’assenza di prospettive, la professione fantasma… E’ a partire da ciò, ed è per sconfiggere tutto questo, che bisogna costruire un futuro migliore, il nostro futuro.
grazie a tutte voi archeologhe che resistete e grazie anche a giovanna che ha raccontato la sua esperienza in merito…io mi sono trovata in una situazione analoga e purtroppo ho dovuto abbandonare l’archeologia perchè non avevo alcun supporto nessun appiglio…mi piacerebbe poter raccontarvi di me, magari un giorno troverete una mia mail nella vostra casella di posta elettronica. nel frattempo vi auguro un sereno fine settimana!